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Il non senso del certificato di idoneità agonistica per singolo sport

21 giugno 2013

medisport

Prendendo ad esempio lo sport che conosco meglio (la corsa), vorrei fare un ragionamento che vale per qualsiasi altra disciplina sportiva.

Decine di migliaia di romani sono pazzi per la corsa, infatti tutti i fine settimana sono previste almeno 3 o 4 gare competitive. Per poter iscriversi ad una gara, bisogna essere tesserati per una società sportiva ed avere un certificato di idoneità alla pratica agonistica dell’atletica leggera (o al podismo). Questo certificato richiede, ovviamente, una visita.

La visita medico sportiva ha come scopo principale quello di escludere la presenza di patologie o malformazioni che sconsiglino tale attività. Viene effettuata da un medico specialista in Medicina dello Sport, operante in strutture autorizzate e convenzionate con la Regione. Diversamente dal certificato di idoneità sportiva non agonistica, che è un semplice certificato di buona salute, il certificato di idoneità sportiva agonistica è specifico, cioè indica lo sport per cui viene concessa l’idoneità. In pratica, è valido solo per quello sport.

In occasione della visita di idoneità, però, lo specialista può rilasciare tanti certificati quanti sono gli sport praticati. Gli sport, infatti, sono suddivisi in due classi in relazione all’impegno fisico necessario: gli sport di Tabella A, con impegno muscolare e cardio-respiratorio lieve o moderato, e gli sport di Tabella B, con impegno elevato. In base alla tabella di appartenenza vengono effettuati diversi tipi di controlli: per gli sport di Tabella A sono previsti la visita medica, l’esame delle urine e l’elettrocardiogramma (ECG) a riposo; per gli sport di Tabella B sono previsti in più l’ECG dopo step-test e la prova spirometrica.

Il primo non senso è dovuto al fatto che con una visita si rilascia un certificato per un singolo sport (ad esempio il podismo) e non per tutti gli sport che richiedono lo stesso impegno fisico (quelli compresi nella citata Tabella B).

Il secondo non senso è dovuto dal fatto che tutti i regolamenti per l’iscrizione a gare podistiche richiedono il certificato specifico per il podismo e non accettano i certificati per altre tipologie di sport che richiedono lo stesso impegno fisico (sempre quelli della Tabella B).

Il terzo non senso è dovuto dal fatto che alcune società non conoscono, e non rispettano, le regole ed iscrivono alle gare atleti con certificati di idoneità validi per sport diversi dal podismo.

Se, quindi, hai un certificato di idoneità al basket e domani vuoi partecipare alla CorriRoma, devi scegliere tra tesserarti in una società che non conosce e/o non rispetta le regole (ovvero ti iscrive alla corsa anche se non hai il certificato giusto), oppure tesserarti in una che le rispetta ma ti costringe a spendere soldi per ottenere un secondo certificato.

Ora, non saprei dire se sia un non senso ma posso dire con certezza che tutti scelgono la prima possibilità.

L’ultimo non senso sapete qual’è? Che, forse, due non sensi si compensano e, dal punto di vista sociale, è migliore il comportamento della società sportiva che non rispetta una regola insensata piuttosto di quella che la rispetta!

Poichè, però, la legge dice anche che, in caso di incidente, la responsabilità penale è del Presidente della società, consiglio ai Presidenti sportivi di rispettarla, questa regola, anche se è insensata. Ed, ovviamente, consiglio ai politici di cambiarla, questa regola insensata: a chi supera una visita di controllo per gli sport di Tabella B, il medico deve rilasciare obbligatoriamente un certificato medico valido per tutti gli sport di Tabella B.

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One Comment
  1. Christian permalink

    Buongiorno.
    Sono d’accordo con i non sensi, io chiedevo sempre piu certificati ; forse è colpa delle società a questo punto, visto che la visita è la medesima per piu sport della stessa categoria.
    non sono proprio d’accordo con l’obbligatorietà di tale certificato, se non per gli atleti professionisti.
    Tanti paesi stranieri, europei, adottano lautocertificazione. Le spese non sono più sostenibili per tutti quegli amatori, che abbandonate le gare, continuano ad allenarsi con le stesse prestazioni di prima, co o senza certificato.
    Sembra che però interessi a pochi questo discorso…e non se ne parla abbastanza.
    Non parliamo poi dei giovani, che devono pagare per fare sport al fuori della scuola, visto che dal ministero istruzione sono previste 2 ore settimanali.troppo poco.
    Complimenti per l’articolo, almeno qualcuno ne parla.

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