Finisce l’era dei prolungamenti infiniti: il nuovo regolamento guarda agli esempi virtuosi
Durante la discussione generale sul nuovo regolamento per gli impianti sportivi comunali ho raccontato la storia della regolamentazione romana, un lungo viaggio iniziato da affidamenti diretti, regolarizzazioni, proroghe e concessioni “provvisorie” arrivate a durare mezzo secolo.
Ve la racconto facendo riferimento ad un caso specifico, la piscina Alma nuoto, che nel 1985 è stata affidata direttamente e senza gara dopo l’approvazione del “Regolamento delle concessioni di beni immobili appartenenti al demanio e al Patrimonio indisponibile comunale”.
Nel 1986 è stata approvata la deliberazione di Giunta Municipale n. 2535 “Affidamento ad Enti vari della gestione provvisoria dell’attività e dei servizi di custodia, guardiania ed ordinaria manutenzione di complessi sportivi di proprietà comunale”. Essa prevedeva che, per assicurare la continuità delle attività sportive e della custodia degli impianti, fosse affidata la gestione provvisoria degli stessi, fino al 31 luglio 1987, agli enti sportivi che li detenevano e ad un canone ricognitivo di ottomila lire al mese.
Di proroga in proroga, passano dieci anni!
Nel 1995 si approva la deliberazione del Consiglio Comunale n. 155/95, il primo “Regolamento per la concessione degli impianti sportivi di proprietà comunale”. Nelle premesse si legge che appare opportuno ed equo introdurre una norma transitoria che, preso atto della particolare situazione attuale consenta ai concessionari di poter proseguire l’attività in atto. Nella norma transitoria si prevede che gli organismi interessati all’affidamento dell’impianto debbano farne richiesta entro 30 giorni dalla data di approvazione del Regolamento.
Il concessionario di Alma nuoto presenta domanda ed ottiene, senza gara, un altro affidamento.
Il regolamento introduce un riferimento agli operatori impiegati, prevedendone l’indicazione nel disciplinare di concessione senza però prevedere criteri meritocratici: un laureato IUSM, un diplomato ISEF o un istruttore di I livello sono considerati allo stesso modo. Nel disciplinare di concessione della piscina Alma nuoto si nota che il cognome di due dei sei tecnici impiegati è lo stesso del concessionario. Non penso che il concessionario abbia scelto sulla base della parentela piuttosto che dei titoli, ritengo però che sia stata una decisione inopportuna, seppur lecita.
Nel 1997 seguono ulteriori proroghe con l’approvazione della deliberazione di Giunta Comunale n. 928/97 recante “Affidamento in concessione di impianti sportivi comunali per la durata di sei anni”.
Evidentemente gestire questi impianti conviene. Il concessionario di Alma nuoto lo conferma pubblicamente in occasione dell’assemblea pubblica del 15 gennaio scorso, quando dichiara che “loro, una piccola realtà, grazie a quell’impianto sono cresciuti, creando atleti di livello nazionale e internazionale”.
Nel 2002 viene approvato il secondo regolamento. Viene fissato il canone ridotto con sconto del 90% rispetto a quello di mercato per chi applica le tariffe comunali. Il concessionario di Alma nuoto aderisce, ottenendo così di pagare un canone ridotto di appena 374 euro al mese. Anche in questo caso è tutto lecito: non è certo colpa del concessionario se la politica di allora ha deciso di fare questo regalo.
Nello stesso regolamento viene stabilito il diritto a un prolungamento per chi realizzi investimenti a proprie spese, sulla base dell’art. 8 e dell’Allegato F. Al concessionario della piscina Alma nuoto per un investimento di 39 mila euro viene riconosciuto un prolungamento di due anni.
Nel 2006 vengono modificati l’art. 8 del regolamento (Progetti di nuovi impianti e/o potenziamento e miglioria di impianti esistenti) e l’allegato F. Il concessionario di Alma nuoto presenta una nuova domanda di prolungamento: per un investimento di 900 mila euro gli vengono riconosciuti altri 13 anni di concessione! È nuovamente il caso di ribadire che le azioni del concessionario sono lecite, l’errore è stato politico: coloro che hanno sbagliato sono i politici che, nel precedente regolamento, hanno riconosciuto un premio eccessivo agli investimenti effettuati dai concessionari.
A causa di questo sistema perverso, si sono creati casi come quello appena descritto, nei quali chi è stato fortunato ha ottenuto, senza mai vincere alcun bando, la gestione di un impianto di proprietà pubblica per mezzo secolo.
Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento l’attuale amministrazione intende mettere fine a queste concessioni infinite, puntando su un altro modello, quello delle gare pubbliche. Anche in questo caso vorrei fare alcuni esempi: cito il Tennis Team Vianello di Massimo e Fabrizio, lo Stadio delle Tre Fontane di Ugo Pambianchi, il Palatorrino di Paolo Anedda. Il primo è il risultato di un bando di costruzione e gestione, che ha dato vita ad una “Top School” della Federazione Italiana Tennis (una delle migliori scuole tennis in Italia!) al posto di un terreno abbandonato dove in precedenza pascolavano le pecore. Il secondo è il risultato di un bando per la riqualificazione dello storico stadio delle Tre Fontane, che ha riportato ad essere un vero e proprio gioiello una struttura che era stata dimenticata e stava ormai cadendo a pezzi. Il terzo è il risultato di un bando per il recupero di un palazzetto costruito male e, di conseguenza, divenuto immediatamente fatiscente; oggi è un luogo di aggregazione per un intero quartiere. Sono questi i modelli di sviluppo sportivo che l’attuale amministrazione intende replicare: impianti che offrono servizi di altissima qualità, con spazi aperti alla cittadinanza, dove praticare sport o assistere ad eventi sportivi. Gli esempi virtuosi sono oggi diventati la regola.
Siamo dunque fieri di poter dire ai cittadini che col nuovo regolamento non sono più ammesse proroghe, prolungamenti, rinnovi, affidamenti provvisori, allegati F: l’individuazione del concessionario da oggi in poi avverrà esclusivamente tramite avvisi pubblici, con criteri trasparenti e basati sul merito. Le nuove associazioni avranno finalmente la possibilità di confrontarsi con i concessionari uscenti e gli impianti saranno gestiti da chi dimostrerà di avere un organico preparato ed un progetto meritevole. Il canone sarà determinato tenendo conto di ricavi, investimenti e costi mentre la durata delle concessioni sarà fissata tramite una pianificazione economico finanziaria asseverata da istituti di credito, al termine della quale l’Amministrazione pubblicherà un nuovo bando.
Unica nota stonata, il voto delle altre forze politiche. È incredibile ma vero: tutti gli schieramenti hanno votato contro il regolamento proposto dal Movimento 5 Stelle.
Dei 19 consiglieri di opposizione, ben 14 non erano in aula al momento della votazione (chissà cosa avranno avuto di meglio da fare?), mentre i 5 presenti si sono espressi convintamente per mantenere in vita il modello delle concessioni infinite.
Aspetto ancora dal XII Municipio che fine ha fatto il bando per l’assegnazione dell’impianto sportivo,palestra a Via del Balzaretto (Zona Pisana) Ma vorrei farti presente che state facendo un ottimo lavoro e che oltre il canone che ogni società paga al comune, ci sia un controllo da parte vostra dei prezzi che vengono proposti ai cittadini per le varie attività sportive. Il costo delle attività che un cittadino deve pagare deve essere il 50% in meno di una struttura privata, in quanto questi impianti debbono essere utilizzati per le famiglie a basso reddito e per i gruppi familiari numerosi. Sarebbe inoltre opportuno incentivare presso le scuole il ripristino delle famose palestre, che in molte scuole sono abbandonate e far fare più ore di sport in ambito scolastico, Sarebbe una cosa buona, buon lavoro Roberto
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Per quanto riguarda via del Balzaretto la buona notizia é che sono pervenute più offerte, la commissione esaminatrice le sta valutando.
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Grazie. Ottimo lavoro
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Ai social preferisco il confronto diretto, da adulti, ma mi trovo costretto, questa volta, ad intervenire in riferimento alle affermazioni fatte da Angelo Diario sul suo blog.
Non so esattamente cosa Diario voglia da Alma Nuoto e per quale ragione l’abbia così rancorosamente tirata in ballo, dimenticando il suo ruolo istituzionale di interlocutore di tutti i concessionari e, quindi, anche di Alma Nuoto.
Fare classifiche tra i concessionari (a proposito, ma il Tre Fontane è diventato di proprietà di questo sig. Ugo Pambianchi?), additare alcuni come fossero artefici di chissà quali furberie ed indicare altri come virtuosi, è un comportamento proprio corretto da parte di un amministratore pubblico?
Angelo Diario (ma ahimè non solo lui nella attuale maggioranza) ha la furia di dimostrare che tutto quanto fatto nel passato (addirittura cinquanta anni!!!) è sbagliato e frutto di collusione tra la politica e i concessionari, ma non è così e basterebbe guardarsi intorno per accorgersene.
Io mi limiterò a parlare di sport e posso farlo con competenza.
Nel 1985 l’affidamento diretto alla nostra piccola società (ma non eravamo certo gli unici) avvenne perché l’impianto non lo voleva nessuno considerando antieconomica la gestione alle tariffe imposte dal Comune che erano esattamente la metà di quelle praticate negli impianti privati.
Molti importanti club di Roma stavano solo aspettando che anche il Comune di Roma , come molti Comuni italiani, versasse alle società concessionarie sostanziosi contributi. Invece il Comune di Roma volle introdurre per primo uno schema totalmente diverso: i soggetti affidatari si dovevano far carico di tutte le spese, dal personale alla manutenzione ordinaria e straordinaria, dalle utenze al materiale sportivo e sempre praticando tariffe imposte dal Comune e versando un canone ridotto in considerazione della gravosità degli obblighi.
Le proroghe annuali impedivano ai concessionari di organizzare e programmare le attività basti pensare alla precarietà dei lavoratori che non sapevano quanto sarebbe durato il loro rapporto di lavoro: le proroghe, quindi hanno prodotto guasti e problemi a tutti, anche ai gestori.
Questa situazione di precarietà ebbe fine quando il Consiglio Comunale approvò nel 1995 la deliberazione 155 e fu proprio a titolo di risarcimento per i gestori che la norma transitoria stabilizzò la concessione per quegli organismi che, pur in una situazione di oggettiva e pesante difficoltà, avevano ben gestito.
Ovviamente tutta questa storia è notissima a chi sa, a chi si informa e non si limita a parlare per slogan (so’ tutti ladri, se so’ appropriati degli impianti pubblici, hanno fatto un bagnetto, le proroghe infinite, c’hanno la Ferrari e la villa a Sabaudia…..).
Nel suo post il consigliere Diario fa un riferimento volutamente confuso e con l’evidente intento diffamatorio (che c’entrano i criteri meritocratici nella scelta degli istruttori compiuta da una società sportiva ed esplicitata nel disciplinare di concessione? si chiede di fare concorsi pubblici?) alla circostanza che “il cognome di due dei tecnici impiegati è lo stesso del concessionario” dimostrando anche in questo caso un’ignoranza colpevole. Il concessionario è la società Alma Nuoto e io ne sono il presidente e solo pro tempore.
Non mi interessa esporre le qualifiche del personale tecnico impiegato nella piscina di viale dei Consoli e, tanto meno, il mio: basterebbe ascoltare gli addetti ai lavori degli sport acquatici in ambito regionale ed anche nazionale, essere animati dal piacere di sapere e da un pizzico di umiltà per avere informazioni sul livello altissimo di professionalità e competenza che da sempre caratterizza il servizio offerto dall’Alma Nuoto.
E a proposito di meritocrazia e titoli, ma quelli di Diario quali sono, visto che ha la presunzione di scrivere lui stesso il regolamento?
Ah già, è la democrazia, bellezza: mi hanno eletto (con 521 voti!!!) e quindi …
Sul suo blog Angelo Diario si attribuisce il merito di aver messo fine all’era dei prolungamenti infiniti: è una vera e propria conversione sulla via di Damasco considerato nel corso di questi quasi due anni Angelo Diario, come molti hanno potuto ascoltare, ha più volte sostenuto l’equità del ricalcolo della durata della concessione per Alma Nuoto a seguito dell’esecuzione di lavori debitamente autorizzati in epoca precedente ed addirittura Diario si è fatto promotore di una proposta di deliberazione che riconosceva questo diritto.
Se è legittimo cambiare idea, almeno si abbia l’onestà e il coraggio di riconoscerlo!
Ma voglio, a costo di sembrare brutale, esporre più nel dettaglio la situazione della piscina di via dei Consoli: costò nella prima metà degli anni Ottanta 1.450.000,00 di lire, l’equivalente di 1.000.000 / 1.200.000 € di oggi.
Nel corso degli anni sono stati necessari interventi per adeguarla alle norme sopravvenute ed anche per ampliarla e migliorarla accrescendo così il valore dell’immobile, ampliando e qualificando l’offerta di sport.
Il costo complessivo di questi lavori ammonta a circa 1.500.000,00 € cui si aggiungono ulteriori interventi per un altro 1.000.000,00 €.
Tutti questi lavori sono stati realizzati sempre nel rispetto delle procedure e con finanziamenti diretti della concessionaria, senza chiedere nulla al Comune di Roma, neanche le garanzie. Nessun contributo , niente di niente da parte di chicchessia.
I finanziamenti bancari , ancora non saldati, sono stati garantiti con beni personali dei soci della società concessionaria.
I benefici di queste opere non sono dell’Alma Nuoto, sono prima di tutto degli utenti che hanno avuto un servizio a prezzi calmierati (addirittura più bassi di quelli massimi fissati dall’Amministrazione) e di Roma Capitale stessa che ora proprietaria di un impianto moderno e in perfetta efficienza, senza averci speso un soldo, avendo anzi incamerato i canoni di concessione.
Il meccanismo dei prolungamenti è stato un meccanismo virtuoso , da imitare e difendere.
Su una cosa sono d’accordo con Diario : da oggi in poi tutto questo non sarà più possibile.
L’Alma Nuoto aveva intenzione di ampliare l’offerta di sport a via dei Consoli costruendo due palestre, una spa e un solarium, per un investimento di 500.000,00/700.000,00 €.
Sempre , ovviamente, seguendo le procedure e con finanziamento diretto.
Purtroppo però grazie al nuovo regolamento, tale risultato è nei fatti reso impossibile.
Chissà cosa ne pensano i cittadini del Tuscolano ? e che ne pensa la Sindaca, che in una recente intervista in una trasmissione televisiva sostenne con forza la necessità di attrarre risorse private da investire sul pubblico!?! Ebbene nell’impiantistica sportiva questo meccanismo c’era già e si è pensato bene di smantellarlo.
Basterà poco tempo per verificare se le previsioni di Diario sul grande impulso che il nuovo regolamento darà all’impiantistica pubblica romana si avvereranno.
Io, invece, penso che è stato smantellato un meccanismo vincente che andava soltanto migliorato in alcune parti ormai logore e anacronistiche e, al contempo, rafforzato negli aspetti positivi.
Ritengo di aver collaborato in modo franco e trasparente con l’attuale amministrazione per far capire cosa poteva e doveva essere migliorato.
Sarà questa la ragione dell’atteggiamento rancoroso nei confronti di Alma Nuoto?
Mi ricorda tanto quei bambini che quando si arrabbiano smettono di giocare e portano via il pallone!
Massimo Tafuro
Presidente e legale rappresentante della SSD RL ALMA NUOTO
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