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Ristrutturare gli impianti sportivi comunali con i soldi degli sponsor? Si può fare

3 ottobre 2014

manualesponsorpa

Ho appena terminato di leggere la “Guida operativa alle sponsorizzazioni nelle pubbliche amministrazioni”, un manuale pubblicato ormai 10 anni fa dal Dipartimento della Funzione Pubblica, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio.

Cosa dice il manuale?

Il manuale dice, innanzitutto, che le sponsorizzazioni si configurano come il classico strumento che le amministrazioni italiane hanno sempre preferito trascurare, mentre in Europa, e soprattutto nei paesi scandinavi ed anglosassoni, la sponsorizzazione è considerata “una scienza, uno strumento moderno di innovazione per progetti di comunicazione integrata”.

Il punto di partenza nell’utilizzo dei contratti di sponsorizzazione in Italia è l’art. 43 della legge n. 449/97, che ha esteso  a tutte le amministrazioni pubbliche la facoltà di stipulare contratti di sponsorizzazione ed individuandone le finalità ed i vincoli.

Per quanto riguarda le finalità, il provvedimento stabilisce che le attività di sponsorizzazione devono perseguire:

  • lo sviluppo dell’innovazione nell’organizzazione amministrativa
  • la realizzazione di maggiori economie
  • il miglioramento della qualità dei servizi prestati all’utenza

Per quanto riguarda i vincoli, la norma stabilisce che le iniziative “devono essere dirette al perseguimento di interessi pubblici, devono escludere forme di conflitto di interesse tra l’attività pubblica e quella privata e devono comportare risparmi di spesa rispetto agli stanziamenti disposti”.

Poiché il contratto di sponsorizzazione non è un contratto passivo, ovvero non comporta l’elargizione di denaro pubblico verso un soggetto privato, i contraenti non devono essere necessariamente scelti con procedure di gara ad evidenza pubblica, ferma restando l’attivazione di adeguate forme di pubblicizzazione dell’iniziativa prevista. I contratti di sponsorizzazione, infatti, sono stati ricondotti alla categoria dei contratti attivi, ovvero di rapporti che non comportano una spesa ma un’entrata aggiuntiva per l’amministrazione che li pone in essere.

E allora, se la legge li consente (anzi, li incentiva), e considerato lo stato decadente del patrimonio impiantistico sportivo di Roma Capitale e la contemporanea mancanza di fondi per ristrutturarlo, citando gli amici di Sport Astrambiente mi domando: non sarebbe fantastico se uno sponsor investisse nella pista delle Terme di Caracalla, visto che sta cadendo a pezzi, per rimetterla a nuovo?

Secondo me si, sarebbe fantastico: questo genere di iniziative andrebbe perseguito con decisione. Secondo chi governa oggi la città, invece, le “rigorose procedure amministrative” sono un ostacolo insormontabile.

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