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Politiche per lo sport: le palestre all’aperto

2 Maggio 2013

palestra_genera_energia

Ieri durante la serata “Futuro a 5 Stelle – La nuova generazione di Roma” ho parlato delle palestre all’aperto. Poichè l’argomento ha destato interesse, lo ripropongo nel post di oggi.

La prima palestra all’aperto di Roma è stata inaugurata nel marzo del 2010 nel parco del Pineto. La struttura, sita vicino all’area giochi per bambini, affianco al Casale Giannotti, è a disposizioni di tutti i cittadini, 24 ore al giorno e senza spendere un euro. Tre mesi dopo, a La Storta è stata inaugurata la seconda palestra open, ed alla fine del 2012 la terza al parco Tor Tre Teste.

Come ha riconosciuto persino l’assessore all’ambiente, Visconti, queste strutture andrebbero incentivate perchè hanno una molteplice valenza: ci sono benefici per chi le utilizza, sia dal punto di vista salutare che sociale, e ci sono benefici per le zone dove sorgono, dal punto di vista del decoro (perchè i cittadini si riapproprioano di aree spesso non frequentate).

Incentivare la fruizione dei parchi come luoghi dove svolgere attività salutari e divertenti significa iniziare un percorso di sviluppo sostenibile e di salvaguardia dell’ambiente. Contiamo sul supporto dei cittadini affinché gli attrezzi non subiscano atti vandalici.

Purtroppo sembra che nessuno abbia detto a Visconti che “piantare” gli attrezzi non basta e, infatti, queste palestre vengono spesso danneggiate quasi subito.  Come in quasi tutte le opere pubbliche del comune (ad esempio le strade), viene tralasciata la fase successiva alla costruzione. In sostanza, resta irrisolto il problema della manutenzione.  Inoltre, queste palestre non sono frequentate tanto quanto ci si aspetterebbe: perchè tutte le palestre private (a pagamento) sono sempre piene, mentre quelle pubbliche (gratuite) sono quasi sempre deserte? Come per le strade, anche per le palestre a cielo aperto esiste una soluzione semplicissima: basta copiare gli altri!

In Inghilterra le palestre all’aperto sono centinaia e il bello è che, oltre ad essere gratis per i cittadini, lo sono anche per i comuni. Le strutture sono montate da un’azienda privata, la Great Outdoor Gym Company, che ne cura anche la manutenzione. Inoltre, l’azienda ha tutto l’interesse affinchè le palestre siano frequentate. Gli attrezzi, infatti, sono collegati a dei generatori elettrici: più gli sportivi di zona si allenano, più energia elettrica viene prodotta, più l’azienda guadagna!

Se ci riescono in Gran Bretagna, dove piove e fa freddo, perchè non ci riusciamo a Roma, dove c’è il sole e fa caldo? Perchè nessuno dei politici di questi anni ha mai pensato alla politica delle piccole opere utili e, invece, hanno parlato sempre e solo di grandi opere inutili (vedi la città del nuoto) o di grandi eventi (vedi le Olimpiadi o il Gran Premio di Formula uno)? A pensar male si direbbe che con i grandi eventi si possono assegnare grandi appalti milionari, a beneficio dei politici e non dei cittadini, mentre con le piccole opere si possono produrre tante piccole strutture gratuite, a beneficio dei cittadini e non dei politici.

Soluzioni semplici per migliorare la vita dei cittadini e l’ambiente. Questa è una delle tante e, tra meno di un mese, la porteremo nelle Istituzioni.

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3 commenti
  1. Vittorio permalink

    Di palestre all’aperto ne ho viste anche a Capo Verde ed in Brasile. Sicuramente hanno una funzione importante e danno al cittadino il modo di allenarsi anche senza spendere nulla. Le uniche perplessità che ho sono le seguenti: chi insegna alle persone come usare correttamente gli attrezzi? E’ molto facile farsi dei danni utilizzando le strutture male o non nel modo corretto, e non è un caso che nei centri sportivi come palestre o fitness club ci sian sempre un istrutttore a consigliare il programma migliore ed a spiegare come usare i vari attrezzi (spesso ormai si utilizza addirittura un “personal trainer”. L’allenamento “fai da te” purtroppo spesso produce danni anche gravi e basta conoscere un po di fisiologia per comprenderlo. Direi che le palestre all’aperto vanno benissimo se già ci si allena in paletra e si conoscono meccanismi e attrezzi. L’altra perlessità riguarda i posti di lavoro. Se si dovesserero aprire molte palestra all’aperto, senza istruttori, che fine farebbero tutti gli istruttori di ginnastica, in termini di posti di lavoro.? Sarebbero probabilmente licenziati dai centri sportivi esistenti che chiuderebbero (già oggi sono in crisi). Dove troverebbe poi il cittadino la palestra per allenarsi seriamente o per fare correttiva ecc., quando la maggior parte di questi centri sarà chiusa? Danno o agevolazione per i cittadini?

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  2. Ciao Vittorio,
    per quanto riguarda la prima perplessità, so che nelle palestre all’aperto più moderne è stato affrontato questo problema e sono stati installati degli attrezzi specifici. In ogni caso è vero che il rischio di farsi male c’è (come, del resto, c’è anche nelle palestre al chiuso).
    Per quanto riguarda la seconda perplessità, penso che gli istruttori potrebbero pasare ad allenare direttamente nelle palestre all’aperto. Anzi, la domanda di personal trainer potrebbe persino aumentare: se chi si allena non deve più spendere soldi per pagare la palestra, potrebbe darli direttamente all’istruttore.
    Infine, come fai giustamente notare, alcuni servizi non possono essere sostituiti da una palestra all’aperto, quindi per la ginnastica correttiva ed altri corsi specifici, le palestre all’aperto non faranno mai concorrenza a quelle al chiuso (e così rassicuriamo anche i gestori delle palestre…).
    Grazie per le osservazioni, ciao

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