Menù europei nelle mense scolastiche, se li conosci li eviti
Nella foto, il “fish & chips” che viene rifilato nelle mense scolastiche di Roma
Qualche tempo fa l’assessora alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità, Alessandra Cattoi, ha scritto ai genitori dei bimbi iscritti nelle scuole romane per presentare un nuovo progetto di educazione alimentare nelle mense scolastiche di Roma Capitale (Viva l’Europa):
Questo progetto è un piccolo tassello nel percorso educativo, per spiegare origini e tradizioni di alcuni piatti che i bimbi già mangiano e un pretesto per parlare di Europa.
L’idea era molto bella, la sua realizzazione, però, non lo è stata altrettanto. Per i genitori che non hanno potuto controllare direttamente la qualità dei cibi dati da mangiare ai propri figli, pubblico la relazione della Commissione mensa.
In particolare, segnalo i passaggi che mi hanno colpito maggiormente.
I wurstel, proposti come tipico piatto tedesco, sono tra i principali imputati dell’ostruzione delle vie aeree nell’età pediatrica.
Le ricette sono costantemente adattate per risultare più appetibili ai bambini, rendendo i piatti cosiddetti “tipici” non più riconoscibili: chi ha mangiato un vero wurstel tedesco non può certo assimilarlo ad uno trentino, così come il fish & chips declinato in piccoli bocconcini di merluzzo pre fritto e ricomposto non hanno nulla a che vedere con il filetto di pesce che si consuma in Inghilterra.
Si rileva una costante presenza di patate e di carni a basso costo (salsiccia, carne di pollo o di maiale) e, nella maggior parte dei casi, l’eliminazione del primo piatto; ciò determina un’evidente discrepanza economica tra il menù europeo e quello del capitolato. Inoltre, è davvero sorprendente rendersi conto che i menù europei vengano proposti proprio nei giorni in cui sono previsti ottimi menù completi, qualitativamente migliori ed economicamente più costosi.
Al riguardo, sarebbe interessante quantificare la differenza di costo tra uno dei menù sostituiti (ad esempio gnocchetti sardi al ragù, hamburger di vitellone e carciofi rapportato a bastoncini di pesce ricomposto e patatine fritte) e sapere se la differenza economica rimane alla ditta.
In ragione di tali considerazioni, la commissione mensa ha chiesto alla dirigenza scolastica di rinunciare alla partecipazione al programma proposto.
E così, grazie al lavoro volontario dei componenti della Commissione, la scuola ha immediatamente presentato richiesta di rinuncia ai menù europei.
Suggerisco agli altri genitori di chiedere alle scuole dei propri figli di fare altrettanto.
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