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Politiche sportive per Roma: il bilancio di un anno e mezzo di lavoro

14 novembre 2017

Il consiglio straordinario sullo sport del 2 novembre è stata un’occasione per fare un primo bilancio del lavoro svolto da inizio consiliatura, per riflettere sulle principali difficoltà incontrate, sui tempi necessari a vedere i primi risultati concreti.

Il baricentro intorno al quale ruotano le considerazioni che desidero condividere è costituito dalla seguente domanda: la forza politica che governa una città può decidere cosa vuole e realizzarlo quando vuole? La storia recente della capitale dimostra che la risposta é negativa. Chi firma gli atti amministrativi sono i dirigenti, e non i consiglieri. É per questo che occorre governare insieme agli uffici. Perchè l’alternativa, indipendentemente dal fatto che gli errori siano dell’uno oppure dell’altro, è l’immobilismo.

Il consiglio del 2 novembre è stato convocato con la richiesta di audire il Presidente dell’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione), Cantone, per chiedere chiarimenti circa l’applicazione del Codice dei Contratti pubblici agli impianti sportivi comunali e alle palestre scolastiche, ed nella premessa dell’intervento che potete ascoltare, non ho potuto fare a meno di esprimere lo sconcerto di fronte a questa richiesta dei consiglieri di minoranza. Richiesta che definisco sconcertante per due motivi. In primo luogo perchè l’ANAC si è già espressa chiaramente sull’argomento, con numerose delibere e pareri interpretativi che ho illustrato personalmente in diverse sedute della Commissione sport (ad esempio vi invito a leggere il verbale del 7 febbraio 2017). In secondo luogo perchè se ogni comune italiano chiedesse a Cantone di intervenire personalmente in Consiglio per fornire chiarimenti, non gli basterebbero 20 anni per fare il giro d’Italia (e Cantone non si occupa solo di Codice dei Contratti, che a sua volta non si applica solo ai servizi sportivi). Insomma pura follia.

Forse i consiglieri di minoranza, sebbene siano quelli esperti e competenti, non sanno che, oltre all’ANAC, possono rivolgersi alle strutture capitoline che hanno il compito di offrire un supporto tecnico e giuridico ai consiglieri. Per quanto mi riguarda, ho scritto spesso al Segretariato Generale e all’Avvocatura Capitolina per chiedere dei pareri sugli aspetti più dibattuti circa l’applicazione del Codice dei Contratti. A differenza dei miei colleghi che siedono nei banchi dell’opposizione, infatti, sono consapevole di aver bisogno di aiuto. E grazie a loro anche io, inesperto e incompetente, e non laureato in giurisprudenza, sono in grado di comprendere quanto è stabilito dal Codice.

Il rapporto tra politica ed amministrazione non si esaurisce qui. Come ho scritto all’inizio, infatti, la politica da sola non può decidere ciò che vuole. Nel corso di questo anno e mezzo ci siamo imbattuti in decine di casi concreti che lo dimostrano. Ad esempio, l’impianto sportivo di Via Como è incompiuto per colpa della mancanza di volontà politica? No. La colpa è stata della variante al progetto presentata dalla Giunta Alemanno? Nemmeno. L’impianto è incompiuto perchè il Segretariato ha avanzato dei dubbi sulla legittimità della scelta fatta dalla parte politica, e non condivisa con la parte amministrativa, dell’affidamento diretto a CAM: questa scelta, giusta o sbagliata che sia, ha comportato il blocco del cantiere per anni. La politica, quindi, non può decidere ciò che vuole senza il parere favorevole degli uffici.

Un altro esempio è costituito dalle Schede Merloni riferite agli investimenti negli impianti sportivi comunali: nel 2015 il Consiglio decise di inserirle nella programmazione triennale del Comune, la Ragioneria Generale successivamente non diede seguito a tale inserimento, bloccando tutti i progetti. L’attuale governo, diversamente, ha concordato una procedura ed i criteri per l’inserimento dei progetti tramite una serie di incontri con Segretariato, Ragioneria e Dipartimento sport e, finalmente, il prossimo anno queste opere potranno essere realizzate e/o acquisite al patrimonio pubblico.

Un altro esempio lo troviamo nei prolungamenti delle concessioni. La politica può decidere di prolungare una concessione, anche se il Segretariato sostiene che la legge lo vieti? No, non può. E, infatti, ciò non è mai avvenuto. Con la Commissione sport abbiamo affrontato decide di casi di questo tipo. Sembra quasi una strategia: da una parte i politici di turno hanno strizzato l’occhio ai concessionari (“tranquilli, la concessione ve la prolunghiamo”), dall’altra gli hanno strizzato i gioielli di famiglia (“ve le prolunghiamo, ma non subito: ne riparliamo alla prossima consiliatura”). Abbiamo affrontato numerosissimi casi che, da oltre un decennio, attendono una soluzione definitiva. Naturalmente non penso che sia andata così. La verità è che in passato non si usava studiare le leggi prima di fare promesse e, quindi, in buona fede, si prendevano impegni non realizzabili. Atti che si pensavano leciti, in realtà erano illegittimi e quindi non si sono mai potuti formalizzare. A prescindere dal fatto che la città sia stata governata da furbetti in malafede oppure ignoranti in buona fede, il risultato è lo stesso: un periodo troppo lungo di mal governo.

Il nostro modo di governare è, quindi, attraverso la condivisione. Con il Segretariato ho avuto due incontri per discutere della “delibera ponte” tra vecchio e nuovo regolamento per gli impianti sportivi comunali, in quelle due occasioni mi è stato spiegato che non si possono modificare solo due o tre articoli dell’attuale regolamento ma è necessario aggiornarlo interamente. Di conseguenza, la delibera ponte è confluita nelle norme transitorie del nuovo Regolamento, che ho depositato il 9 novembre. Norme transitorie che costituiscono l’articolo più critico di tutto il testo. Anche in questo caso, le maggiori difficoltà per il lavoro che è stato portato avanti dall’attuale Amministrazione sono consistite nel dover rimediare agli errori lasciati in eredità da chi ha governato in passato, che non ha avuto la capacità (ignoranti in buona fede) o il coraggio (furbetti in malafede) di affrontare.

La condivisione con gli esperti del settore, dai quali abbiamo accolto contributi importantissimi. Approfitto per ringraziarli tutti, in particolare coloro che non sono vicini all’attuale maggioranza ma che, per amore della città, hanno messo le proprie competenze a disposizione delle istituzioni, indipendentemente dal colore politico. Ai nostri tavoli di lavoro hanno partecipato elettori che non hanno votato e che mai voteranno il Movimento 5 Stelle ma che, per la prima volta, sono stati ascoltati ed hanno creduto alla partecipazione vera che stiamo realizzando.

Anche grazie a loro, i regolamenti che approveremo ci permetteranno di disincagliare una situazione ferma non da un anno e mezzo, non da 5 anni, ma da più di un decennio.

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