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Campo Testaccio, Zingaretti e Alfonsi dimenticano l’attuale concessionario

7 agosto 2020

La Commissione sport del 6 agosto è stata dedicata all’illustrazione del progetto che è stato annunciato nei giorni scorsi da Municipio I e Regione Lazio per la riapertura di Campo Testaccio.

Ringrazio l’Assessore Monteverde per la partecipazione, poiché questa è stata la prima discussione nella quale sono stato coinvolto, non avendo ricevuto inviti a partecipare alle precedenti riunioni, nonostante le mie ripetute richieste di informazioni inviate nei mesi passati all’Amministrazione municipale.

Ha partecipato alla seduta anche Alessio Di Curzio, in rappresentanza dell’attuale concessionario, la A.S. Testaccio (disciplinare di concessione di Campo Testaccio), che nel 2011 si è vista sottrarre il proprio campo di allenamento con la promessa di riaverlo nel giro di sei mesi e, invece, sono passati 10 anni.

Un po’ a sorpresa abbiamo appreso che il concessionario non è mai stato consultato da Regione e Municipio.

Tale comportamento è decisamente anomalo e non corretto sotto tanti punti di vista: politico, amministrativo ed anche umano.

Escludere il titolare di una concessione in essere, sebbene “momentaneamente” sospesa, indica una mancanza di rispetto verso l’intera categoria dei concessionari in generale e verso la A.S. Testaccio in particolare, che nel corso degli anni ha dedicato tempo, energie e risorse nella gestione di una struttura comunale e che, essendo un partner dell’Amministrazione, dovrebbe essere il primo soggetto da coinvolgere, o quantomeno incontrare.

L’Amministrazione comunale lo ha fatto oggi, per la prima volta, e questo, al di là degli annunci, è il primo passaggio necessario per procedere verso la definitiva riapertura dello storico campo sportivo della Capitale, dopo la sua avvenuta bonifica. Perchè se è vero che sono passati quasi 10 anni, la A.S. Testaccio è ancora interessata a riprendere in gestione l’impianto e, non avendo formalizzato qualcosa di diverso, appare bizarro che venga presentato un progetto nel quale la A.S. Testaccio è del tutto esclusa.

Dopo essere arrivati a un passo dalla riapertura di Campo Testaccio, escludere il soggetto attualmente titolare del diritto a gestire l’impianto, che con un ricorso al Tar potrebbe bloccare nuovamente tutto per altri 10 anni, significherebbe distruggere quanto di buono fatto dall’Amministrazione Raggi. Fortunatamente, grazie alla Commissione di oggi, questo scenario è stato evitato.

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