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Motocross nel fosso del Cerreto

12 Maggio 2014

Cosa fareste per passare una domenica tranquilla, lontano dai rumori delle marmitte e dalle puzze dei tubi di scappamento? Noi abbiamo provato a fare un’escursione nella natura, lungo il fosso del Cerreto.

Non l’avessimo mai fatto!

Abbiamo scoperto che è diventata abitudine, per i motociclisti della zona, radunarsi e andare su e giù per le tagliate che passano nel parco. Un’abitudine talmente radicata che è stato necessario piantare un cartello di divieto di transito per le moto! Visto il posto, è assurdo pensare che sia necessario piantare un cartellone del genere ma mai avrei pensato di vedere che nessuno lo rispetta. Vedere, poi, che nessuno interviene è di una tristezza infinita.

Il Parco Regionale Valle del Treja è stato istituito con Legge della Regione Lazio del 22 settembre 1982 n° 43, ed è amministrato da un consorzio tra i comuni di Mazzano Romano e Calcata. Lo scopo principale dell’istituzione è:

tutelare l’integrità delle caratteristiche naturali della Valle del Treja e valorizzarne le risorse al fine di una razionale fruizione da parte dei cittadini

Ho segnalato il fatto ai Sindaci dei due comuni (sindaco@comune.mazzanoromano.rm.it e amministrazione@comunecalcata.it) e alle seguenti email istituzionali dell’Ente parco:

Se ci saranno risposte le pubblicherò.

P.S./Errata corrige. Mi ha risposto la vigilanza del Parco, precisando che il tratto ripreso nel video (la tagliata che sale dal fosso fino alla spianata del Castello d’Ischia) è al di fuori del parco e, quindi, non è di competenza dell’Ente parco ma della forestale di Civita Castellana. Ho inoltrato a loro la segnalazione.

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7 commenti
  1. Luigi Plos permalink

    C’ero anch’io ieri ad assistere a questo scempio. Aspettiamo la risposta del parco del Treja, sperando non sia solo l’ennesimo stipendificio, ma che si operi attivamente per la ragionevole tutela di questo territorio stupendo!

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  2. Luigi Plos permalink

    ok allora aspettiamo la Forestale!!

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  3. Daniele permalink

    Salve, la “tagliata” del video è stata creata pochi anni orsono con le ruspe dai boscaioli, non certo dai Falisci (sì vedono bene i segni della benna). La strada in oggetto è infatti… una strada aperta al traffico, percorsa regolarmente da ruspe e trattori. Altra nota: il curioso cartello di divieto specifico alle moto (curioso: cingolati sì, moto no…) è stato simpaticamente appiccicato lì dai cacciatori che vengono disturbati dalle moto, che col rumore fanno scappare i cinghiali riducendo il numero di animali che riescono ad abbattere, e non l’ha affisso nessun Ente (informazione ricevuta dai carabinieri). Devastazione del fondo? Una trial di 70 kg a passo d’uomo si vede… su un fondo devastato dai cingoli che lo hanno, d’altra parte, creato. La forestale potrebbe in effetti contestare l’assenza di targa sulla moto, o altre mancanze previste dal C.d.S., ma li qualunque moto in regola, assicurata, e guidata da patentato con il casco allacciato, può circolare. Ovviamente con il dovuto rispetto quandi si incontrano escursionisti, spesso giunti nervosi dalla città con lo stress accumulato di una settimana di lavoro e traffico. Il parco del Treja confina con la strada bianca dell’Agnese, circa 1 km più avanti. Il silenzio e la pace si trovano nei Parchi e nella macchia, non sulle strade aperte al traffico, seppure a fondo naturale in luoghi che sono ameni e “segreti” solo per i cittadini o comunque turisti, ma ben noti e frequentati da noi paesani, a piedi, cavallo, bici, moto, jeep, quad, trattori e ruspe, e dove di regola (cioè Legge) si può circolare e abbattere cinghiali a pallettoni. Se fosse arrivata un’assordante ruspa carica di legna avreste dovuto sgomberare alla svelta il passaggio! Ultima nota: dalla descrizione “devastante” ci si aspettava una moto da cross a tutto gas, alcuni ragazzini capita di trovarli in giro così, ma non ci si aspettava una paciosa motorella da trial a 5 km/h, un pò caricata e “hater” la descrizione data. Distinti saluti da un motociclista rispettoso, informato e legale (endurista).

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    • Anonimo permalink

      hallo Daniele; è probabile che i boscaioli l’abbiano allargata. L’impressione è che sia molto antica, almeno a giudicare dai segni sulle rocce, e poi dalla madonnina lungo il percorso. Anche perché era il percorso più logico per salire al castello dal fiume. Che ne pensi?

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      • Daniele permalink

        Ho un ricordo un pò vago di oltre 10 anni fa, la prima volta che passai di lì, quando quel passaggio era molto più angusto, ma era più che altro un sentiero nel bosco, non è detto che fosse un “cavone” antico. Era circa il 2002. L’allargamento by caterpillar è successivo. La madonnina può averla messa un fedele qualunque… peraltro un cavone vicino ad un castello fortificato non so se fosse opera gradita, poteva far salire i nemici! Comunque in quelle zone si pratica enduro da oltre 40 anni, compatibilmente con le esigenze di boscaioli e cacciatori, che “dominano” il territorio. Con l’avvento del Parco del Treja i nostri percorsi si sono allontanati da Mazzano e Calcata (un tempo, anni 70, vi si facevano gare di campionato italiano di regolarità!), oggi giriamo solo dove non è vietato, invariabilmente ciò coincide con zone di caccia ed esbosco. Saluti

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      • Anonimo permalink

        ottimo Daniele. Allora forse abbiamo ragione entrambi. Il cavone sotto il castello era, come altri casi nella Tuscia, giustificato dal fatto di raggiungere il fiume per l’acqua. E sicuramente è stato allargato. Per me queste tue info sono preziose. A presto!

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  1. Il castello d'Ischia Luoghi segreti a due passi da Roma capitolo 19LuigiPlos

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