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I manifesti elettorali lasciano il segno… sull’ambiente

13 Maggio 2014

A Roma, un manifesto a “portata di mano” è destinato a fare la fine di quelli del video: essere strappato e gettato a terra (buttateli almeno nei cassonetti della differenziata…).

L’utilizzo di manifesti elettorali personali, in una città come Roma, è indicativo della scarsa conoscenza della città, oppure dello scarso interesse verso il decoro. Oppure, molto probabilmente, di entrambe le cose.

Nel Parco del Pineto si trovano brandelli dei faccioni di Gasbarra (Partito Democratico), Bettini (Partito Democratico) e Antoniozzi (Nuovo Centro Destra).

Pur non conoscendo questi tre personaggi, basta vederne i manifesti per sapere che fanno politica per interessi personali e non quelli della collettività. Infatti, come spiegano i modelli di signaling, le azioni parlano più delle parole: per segnalare una propria caratteristica soggettiva, si possono utilizzare le azioni, sfruttandone il contenuto informativo.

Per loro, e per tutti quelli come loro, l’ambizione di avere una preferenza in più viene prima dell’attenzione all’ambiente.

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