Lo stato delle concessioni degli impianti sportivi comunali
La lentezza nella predisposizione dei bandi per l’affidamento degli impianti sportivi comunali è uno dei miei principali motivi di insoddisfazione di questi primi due anni e mezzo di attività.
Le spiegazioni sono tante ma non devono essere una scusa. Anzi, devono essere uno stimolo a moltiplicare l’impegno nei due anni che rimangono alla fine del mandato.
Esse hanno origine dal periodo nero che ha caratterizzato gli anni compresi tra il 2006 ed il 2018, ovvero l’interregno che va dall’approvazione del Decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006, “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE” all’approvazione della Delibera di Assemblea Capitolina n. 11 del 15 marzo 2018 “Regolamento per gli impianti sportivi di proprietà comunale”, durante il quale si sono bloccati quasi tutti gli atti amministrativi relativi alla gestione degli impianti sportivi di Roma.
Il risultato al quale siamo giunti è riportato nella seguente tabella:
Stato concessioni impianti – marzo 2019
In sintesi, su 170 impianti censiti, risultano: 148 impianti in esercizio e 22 chiusi; 90 impianti con concessione in corso e 80 con concessione scaduta (di cui, però, circa un terzo in fase di rideterminazione); 67 impianti con informazioni statistiche disponibili e 103 con informazioni mancanti.
Sono numeri che evidenziano una situazione oggettivamente complicata, per affrontare la quale a mio avviso è necessario attivare degli strumenti straordinari. A tal proposito, un paio di settimane fa ho proposto a Capo Dipartimento, Assessore e Sindaca l’istituzione di un ufficio di scopo (comprendente anche personale proveniente dalle altre strutture coinvolte: patrimonio, urbanistica e bilancio) che abbia l’obiettivo di ripristinare la normalità nella gestione amministrativa di questi 170 contratti entro 12 mesi.
Nel frattempo, ribadisco il favore politico dell’attuale maggioranza verso il ricorso al partenariato pubblico privato (disciplinato dall’art. 15 del Regolamento), che comporta per il comune un doppio vantaggio: da una parte consente di superare la carenza di risorse finanziarie pubbliche da destinare specificatamente all’impiantistica sportiva, dall’altra consente di superare la carenza di personale per la progettazione dei lavori.