Lo sport verso la “Fase 2”, le proposte degli Osservatori sportivi di Roma
Il lavoro di queste ultime settimane per fare fronte alla grave emergenza che ci ha coinvolti è stato intenso e molto partecipato. Il prolungato periodo di lockdown è stato, paradossalmente, la molla che ha dato vita a una serie di incontri con gli operatori del settore, dai quali sono emersi numerosi spunti sui quali riflettere per avviare la fase di riapertura e che voglio condividere con voi.
Per darvi una misura della rappresentatività dei risultati emersi, ci tengo a sottolineare che i soggetti che sono stati contattati nell’ambito di questi incontri sono più di 1.500 tra concessionari di strutture pubbliche (impianti sportivi e palestre scolastiche), gestori di impianti privati (in affitto o di proprietà), Federazioni, Enti di Promozione Sportiva, Discipline Sportive Associate. Soltanto le ultime riunioni in videoconferenza degli Osservatori sportivi di Roma Capitale, tenutesi la scorsa settimana e programmate per la prossima, contano nel complesso la partecipazione diretta di oltre 150 rappresentanti di società ed istituzioni sportive.
Dal punto di vista strettamente politico, tale lavoro si è tradotto in una serie di atti: un ordine del giorno (il numero 80 approvato il 13 marzo), una mozione (la numero RQ/6451 depositata il 10 aprile), una prima proposta di deliberazione contenente indirizzi per l’adozione di misure urgenti per i Centri Sportivi Municipali (depositata il 6 aprile) ed una seconda proposta di deliberazione contenente indirizzi per l’adozione di misure urgenti per gli Impianti Sportivi Comunali (ancora in bozza), tutti ampiamente discusse nel corso di una serie di sedute di Commissione sul medesimo tema.
Passando alle proposte da trasmettere a Sindaca e Assessore Sport che sono emerse nei tavoli di confronto, ve ne presento una sintesi, suddivisa in quattro macro ambiti di riferimento:
- interventi specifici per i concessionari di centri sportivi municipali;
- interventi specifici per i concessionari di impianti sportivi comunali;
- interventi specifici per entrambe le categorie di concessionari;
- interventi generici per tutti gli operatori sportivi.
Per quanto riguarda la prima tipologia di interventi, i Centri Sportivi Municipali, è emersa l’esigenza di velocizzare le procedure relative alle assegnazioni dei nuovi spazi disponibili (le palestre e campi che non sono attualmente assegnate a nessuno). Sotto tale profilo sono a precisare che è recentemente stata depositata una proposta di Delibera per l’approvazione di un censimento in allegato al Regolamento, D.A.C. n. 41/2018, contenente l’elenco puntuale degli spazi. Con molta probabilità sarà più semplice procedere, almeno in una prima fase, alla riapertura degli spazi sportivi all’aperto e sarà dunque importante sollecitare il maggior sfruttamento degli stessi, molti dei quali ad oggi sono inutilizzati. A tale riguardo evidenzio di aver ricevuto numerose richieste per l’assegnazione di tali spazi, per soddisfare le quali sarà necessario valutare delle procedure di assegnazione dai tempi estremamente rapidi.
Restando nell’ambito delle assegnazioni degli spazi, ricordo la richiesta di segnalare al Governo la necessità di apportare delle modifiche al Codice dei Contratti, la cui applicazione si è dimostrata particolarmente critica sia per quanto riguarda i criteri di valutazione delle offerte progettuali, sia per quanto riguarda i tempi di conclusione delle procedure di affidamento, a causa della rigidità imposte agli Enti Locali nella selezione dei componenti delle commissioni aggiudicatrici.
I rappresentanti delle asd hanno inoltre formulato una serie di suggestioni, rivolte anche ad interlocutori diversi dall’Amministrazione capitolina, come l’utilizzo di fondi comunitari per prevedere interventi di miglioria dell’aerazione delle palestre o la richiesta alle Federazioni di rinviare le scadenze per i pagamenti in sospeso, delle quali tuttavia Roma Capitale potrebbe farsi portavoce.
Gli incontri dedicati alla seconda tipologia di interventi, svolte con i rappresentanti degli Impianti Sportivi di proprietà di Roma Capitale e con le Federazioni, hanno offerto ulteriori spunti di riflessione.
Un primo argomento segnalato è stato quello dell’adeguamento degli impianti alle nuove normative per il distanziamento sociale. Saranno necessari interventi specifici per consentire la ripresa delle attività evitando il contatto, visto che in attesa del vaccino contro questo virus occorrerà evitare i contatti e gli assembramenti. Occorrono delle procedure di autorizzazione snelle e dai tempi di risposta estremamente rapidi. A tale riguardo ho indirizzato al Sottosegretario Simone Valente – per la sua competenza in materia di sport nelle Istituzioni di Governo – una nota con la quale ho richiesto lo studio della possibilità di attuare procedure di autorizzazioni in tempi più rapidi e di misure d’urgenza – ovviamente limitate nel tempo e ancorate solo alla fase di stretta ripartenza – anche conferendo maggiori competenze attuative agli Enti.
Sempre per quanto riguarda le condizioni ambientali, è emersa la necessità da parte degli operatori di ricevere indicazioni chiare ed omogenee. Appare oltremodo opportuno coinvolgere i dirigenti preposti, dandogli indirizzo affinché continuino ad inviare, anche durante la fase della riapertura, circolari a tutti i gestori, così come è avvenuto durante la fase di chiusura, con riferimento alle indicazioni fornite da Coni e Federazioni, oltre agli eventuali controlli da effettuare per l’accesso agli impianti (ad esempio termoscanner), nonché sulla necessità di individuare in ogni impianto un responsabile della sicurezza adeguatamente formato riguardo alle misure anti Covid-19.
In particolare, occorre lavorare con urgenza alla creazione dei presupposti per le attività dei centri estivi, che saranno il primo banco di prova in vista della ripresa auspicata per settembre. La volontà di riprendere le attività deve essere una priorità perché il contributo che lo sport dà alla vita quotidiana della nostra città è di valore incommensurabile.
Per quanto riguarda la terza tipologia di interventi, condivisi quindi da tutti i concessionari, è quella di monitorare la sanificazione degli spazi sportivi, per poter adeguare gli ambienti e permetterne la riapertura in maggiore sicurezza. A tale proposito vi segnalo l’opportunità di selezionare un fornitore con il quale stipulare una convenzione per la sanificazione degli impianti sportivi comunali interessati. Analogamente, l’Amministrazione potrebbe selezionare un fornitore unico di dispositivi di sicurezza (guanti, mascherine e simili) che, seppur a carico dei concessionari, potrebbe essere oggetto di un accordo tramite il quale Roma Capitale potrebbe permettere di far reperire il materiale a condizioni calmierate e in tempi celeri.
Ho lasciato per ultime, non perché meno importanti, le questioni economiche di cui abbiamo ampiamente dibattuto fin dall’inizio dell’emergenza, che accomunano gli operatori sportivi alle altre categorie produttive della nostra città. Se lo sport è salute, gli operatori sportivi producono salute pubblica e, dunque, sono una categoria produttiva particolarmente importante. Le richieste consistono nella cancellazione dei canoni (non soltanto la sospensione dei pagamenti) e nel taglio delle imposte locali (Tariffa Rifiuti).
Un’attenzione particolare, inoltre, dovrà essere rivolta all’ultima tipologia di interventi, quelli rivolti anche alle associazioni non affidatarie di spazi sportivi che, sebbene coinvolte anch’esse dalla crisi, non potranno tuttavia usufruire dei benefici che l’Amministrazione – di concerto con il Governo nazionale – sta ponendo in essere (quali ad esempio la sospensione dei canoni o il prolungamento delle concessioni).
Un sostegno economico indiretto, di cui il Comune può farsi portavoce nei confronti del Ministro dello Sport e del Coni, è quello della previsione di forme di aiuto alle famiglie per le spese riferite alle attività sportive di base e agonistiche: dei veri e propri voucher sportivi, in analogia ai “buoni spesa”, oppure un aumento della detraibilità delle attività sportive dal 19% al 100% estesa a tutti, non solo per i minori.
I gestori di strutture private potrebbero essere ricompresi nell’eventuale “centrale unica degli acquisti” già descritta precedentemente, estendendo anche a loro le proposte offerte dai fornitori di servizi (ad es. sanificazioni) e materiali (ad es. mascherine) a prezzi convenzionati individuati da Roma Capitale.
Per concludere, riporto la richiesta di indicazioni su come affrontare la questione delle domande di rimborso delle quote di iscrizione ai corsi che sono stati improvvisamente interrotti. Se per un verso infatti si dovrà tenere conto dell’impossibilità di molte associazioni – già in grande sofferenza economica – di restituire la quota (anche convertendola in buoni da utilizzare alla ripresa delle attività), per altro verso non potrà nemmeno farsi scontare il costo delle interruzioni sulle famiglie. Indipendentemente dalle questioni di diritto, è auspicabile dunque un supporto quantomeno dal punto di vista comunicativo – come ad esempio la stesura di un documento ufficiale – per rispondere in modo omogeneo a tali richieste e non creare malumori nell’utenza.