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Questo parchetto non è una discarica #2

27 agosto 2013

videoprobapetronia

Quando ero piccolo, andavo a giocare a nascondino in cortile oppure andavo in bicicletta a via Tazio Nuvolari. Non esisteva il centro commerciale “I Granai” e, al posto del palazzo gigantesco oggi sede di una banca, c’era il terreno di un contadino. A dirla tutta, quando ci siamo trasferiti non c’era nemmeno la strada asfaltata!

Oggi si costruiscono palazzine lussuose (senza cortili) ed i campi dei contadini all’interno del GRA si contano sulle dita di una mano. Oggi i bambini vanno a giocare nei parchi giochi. O, almeno, vorrebbero…

Purtroppo, infatti, queste aree sono diventate oggetto dell’attenzione di bambini cresciuti male, che si divertono a bruciare gli scivoli, bere birra e lasciare a terra le loro bottiglie (a volte rotte), disegnare graffiti che hanno ben poco di artistico e, più in generale, distruggere tutto ciò che possono. Con la serenità d’animo e la leggerezza di chi sa che resterà impunito.

Seguendo la scia dell’iniziativa lanciata da Virginia Raggi, e riprendendo il motto “Questo parco non è una discarica“, ieri abbiamo girato qualche immagine nel parchetto di via Proba Petronia, fino a poco tempo fa un’area ben tenuta che nel giro di pochi mesi si è trasformata in una discarica, terra di vetro, plastica e vegetazione cresciuta senza nessuna cura.

La stessa situazione si registra in tutti i parchi giochi della città.

In alcuni casi, la mancanza di controllo consente di andare persino oltre al “semplice” degrado, ed accadono episodi tragicamente tristi, come ad esempio quello avvenuto nel parco della Garbatella, dove la notte del 24 agosto qualcuno ha tagliato 60 alberi che erano stati piantati 5 anni fa.

parcogarbatella24agosto

I problemi aperti sono dunque: la manutenzione del decoro e la prevenzione degli atti di vandalismo.

Per la prima, bisognerebbe cominciare con l’affidarne la competenza ad un unico soggetto (AMA, Municipio, Comune, Servizio Giardini), perchè non è possibile che non ci sia un responsabile. Cominciamo col trovarne uno e col responsabilizzarne la Dirigenza, tramite incentivi e sanzioni mirati.

Per la seconda, si potrebbe iniziare con l’installare una telecamera nascosta, in modo da poter controllare l’area 24 ore su 24 ed individuare rapidamente i colpevoli dei reati.

Nel frattempo, mentre le istituzioni restano a guardare, i cittadini attivi danno il buon esempio e si auto organizzano.

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