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Ogni settimana in Italia un bambino muore per soffocamento

26 marzo 2015

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Ieri ho seguito un corso di disostruzione pediatrica. Ho saputo che ogni anno in Italia circa 50 bambini muoiono per soffocamento da cibo. Nella fascia di età tra 0 e 4 anni, l’inalazione di corpi estranei è la seconda causa di morte accidentale dopo gli incidenti stradali.

Ho scoperto che istintivamente si tende fare l’esatto opposto di quello che è giusto. O non si interviene, per paura, oppure si interviene in maniera sbagliata, peggiorando la situazione. In pratica anche in questo caso le morti non avvengono per una fatale tragedia ma per colpa dell’uomo (come i disastri ambientali), a causa dell’ignoranza di chi è vicino alla vittima in quel momento.

Tra i paesi più avanzati, solo in Italia non esiste una legge che imponga l’obbligo di aver frequentato questo tipo di corsi alle maestre della scuola o a chi lavora in un ristorante.

Bisogna sapere che si può prevenire, ad esempio evitando i cibi più pericolosi, come i wurstel tagliati a rondelle, i chicchi d’uva, la mozzarella, le ciliegie, il prosciutto crudo. Tutti questi cibi vanno tagliati a pezzetti e/o disossati, per prevenire l’eventualità di fungere da tappo. Negli USA, dove si mangiano più wurstel e patatine, muoiono 13 bambini al giorno per soffocamento (al riguardo, ricordo il post sugli osceni “menù europei” nelle mense scolastiche).

Bisogna sapere che si può prevenire, ad esempio evitando gli oggetti più pericolosi come le pile, le palline di piccole dimensioni, i giocattoli smontabili, i tappi delle penne, i palloncini sgonfi.

Bisogna sapere che  un bambino, nel momento in cui qualche alimento o oggetto gli occlude le vie aeree fa SEMPRE ed OVUNQUE lo stesso gesto: mette subito le mani intorno al collo.

Bisogna sapere che si devono chiamare subito i soccorsi, telefonando al 118.

Ma bisogna anche sapere che intervenire subito è fondamentale, perché dopo due minuti si perdono i sensi e dopo quattro minuti si rischiano i primi danni cerebrali. E un’ambulanza a Roma impiega mediamente 15 minuti per arrivare.

Bisogna sapere che si può intervenire in prima persona. Se il bambino è piccolo, si deve appoggiare a faccia in giù su una gamba, dando colpi sulla schiena dal centro verso l’esterno. Se il bambino ha più di tre anni, lo si deve sistemare leggermente prono in avanti, con la testa verso il basso, quindi si danno 5 colpi decisi con il palmo della mano sulla schiena, in zona centro-laterale. Se così non espelle il corpo estraneo, si deve praticare la cosiddetta manovra di Heimlich, che vale anche per gli adulti: sistemare un pugno sopra l’ombelico, circondarlo con l’altra mano e spingere verso l’interno e in alto contemporaneamente per aumentare la pressione interna al torace e facilitare l’espulsione. La sequenza di colpi alla schiena e manovre va ripetuta fino all’arrivo dei soccorsi.

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Il prossimo appuntamento per imparare come intervenire è il 23 aprile all’Auditorium Parco della Musica, in occasione della prima Giornata Nazionale sulle Manovre di Disostruzione Pediatriche. L’evento è gratuito, vi invito a partecipare.

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