I grandi impianti sportivi della capitale
La gestione di un impianto sportivo pubblico non è orientata al profitto e in molti casi è persino anti economica: questo perché deve essere consentito l’accesso a tariffe stabilite dall’amministrazione (bassi ricavi) e devono essere mantenuti degli standard infrastrutturali e qualitativi minimi (alti costi). D’altro canto, Roma Capitale è proprietaria di grandi impianti sportivi capaci di ottenere altrettanto grandi ritorni economici, grazie ai quali si potrebbero reperire i fondi per sostenere le discipline più “povere”.
Dovete sapere che non è mai stato così e che, attualmente, a causa del mancato aggiornamento dei canoni di concessione per questi grandi impianti, con i quali si potrebbero reperire risorse per finanziare gli altri impianti comunali (per i quali, invece, i canoni agevolati sono da mantenere, in considerazione delle loro funzioni sociali) prechiamo, ogni anno, almeno 10 milioni di euro – fonte: Commissione per la razionalizzazione della spesa. Soldi che, invece di entrare nelle casse del comune, e quindi essere reinvestiti a favore dell’impiantistica sportiva pubblica, entrano nelle casse dei gestori privati. Dai tempi di Rutelli e Veltroni, passando per Alemanno e Marino, non è mai cambiato nulla. Vediamo qualche esempio.
Palazzetto dello sport
Un edificio multifunzione, con 3.500 posti a sedere, dove gioca le proprie partite di campionato la Virtus Roma, squadra professionistica di basket. Prima di trasferirsi al PalaTiziano, la Virtus giocava al Palalottomatica, per il cui affitto pagava 20 mila euro a partita. Attualmente l’impianto è dato in concessione per 500 euro al mese.
Villaggio Olimpico Futbolclub
Il centro sportivo “istituzione del calcio capitolino” di via degli Olimpionici è costituito da campi sportivi e non solo. A novembre del 2014 il concessionario, la SSD Olimpica, ha subaffittato l’area ristorante per 36 mila euro all’anno (i gestori precedenti pagavano 120 mila euro). Il Dipartimento sport ci fa sapere (discipinari e concessioni degli impianti sportivi capitolini) che è ancora in essere il disciplinare del 1999, ovvero che è dato in concessione per 400 euro al mese.
Ippodromo delle Capannelle
L’unico ippodromo in Europa che può ospitare concerti (Bruce Springsteen, Deep Purple, Zucchero, Radiohead), nel 2004 è stato affidato ad un canone di 2,1 milioni di euro l’anno. Il gestore non ha mai pagato ed il comune, invece di revocare l’affidamento, ha deciso di fargli un piccolo sconto, pari al 97%. Attualmente è dato in concessione per 5.500 euro al mese.
Bocciodromo
Roma Capitale è proprietaria del bocciodromo più grande del mondo, con una superficie coperta di 35 mila metri quadrati e posti per 590 spettatori. I lavori sono partiti sotto Veltroni, con l’obiettivo di concludersi entro il 2007 per i campionati mondiali di bocce ma, come da tradizione, non si è fatto in tempo: l’impianto è stato inaugurato nel 2010. Oltre ai campi da gioco, nel centro ci sono un’area bar e ristorante, una foresteria, 15 stanze con 30 posti letto. Attualmente è dato in concessione per 2.500 euro al mese.
Bowling Brunswick
Il complesso di Lungotevere dell’Acqua Acetosa, composto da piste da bowling / discoteca, ristoranti e mini golf, produce un fatturato di oltre 1 milione di euro l’anno ed è attualmente dato in concessione per 7.100 euro al mese.
Stadio Flaminio
Nato per ospitare le partite di calcio del torneo olimpico del 1960, è il secondo stadio più capiente della capitale, il primo tra quelli senza pista di atletica (aveva 40 mila posti a sedere, oggi ridotti a 24 mila). In passato ha ospitato grandi concerti: U2, Duran Duran,Prince, David Bowie, Michael Jackson, Rolling Stones. È inutilizzato dal 2011 e sta letteralmente cadendo a pezzi.
Per non parlare dello stato in cui è il Paolo Rosi o della pista del parco delle Valli, senza illuminazione e senza alcun rispetto dei cittadini.
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