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L’assenteismo di Virginia Raggi nella Commissione delle elette

18 marzo 2016

giachettistatistico

Durante l’ultima consiliatura capitolina sono stati arrestati Presidenti di Municipio, Assessori e Presidenti di Commissione, oltre a semplici consiglieri, sia di sinistra (PD) che di destra (PDL).

La campagna elettorale di Giachetti rende perfettamente l’idea del salto di livello che si fa nel passare dalle critiche agli appartenenti ad una forza politica (avere truccato appalti ed avere rubato milioni di euro) alle critiche agli appartenenti ad un’altra forza politica (avere partecipato “solo” a 315 commissioni).

Quel numero non dice niente, perché una presenza può significare un impegno di 2 minuti, il tempo necessario a passare, firmare e andare via (come Dario Rossin, entrato alle 11:53 ed uscito alle 11:55), oppure settimane di preparazione per portare in commissione delle proposte da discutere.

Quel numero non dice niente, perché non si può fare di tutte le commissioni un fascio: ci sono quelle che si riuniscono con il solo scopo di approvare un verbale e poi non lo approvano (ma i commissari si prendono il gettone) e ci sono quelle che lavorano seriamente.

Passando al caso specifico, vediamo in cosa consiste l’assenteismo di Virginia Raggi nella commissione delle elette, leggendo i verbali di 3 commissioni alle quali non ha preso parte.

Verbale del 29 gennaio 2015,  30 minuti di “lavoro” (commissione aperta alle 14:30 e chiusa alle 15) per leggere un verbale. Presenti 6 commissari, che dopo la lettura del verbale hanno deciso di rinviare il secondo punto all’ordine del giorno (programmazione giornata internazionale della donna 8 marzo 2015) ad una futura commissione.

Verbale dell’8 giugno 2015, 25 minuti di “lavoro” (commissione aperta alle 14 e chiusa alle 14:25) per ascoltare un addetto stampa presentare un convengo. Presenti 5 commissari, di cui tre non hanno detto una parola.

Verbale del 12 giugno 2015, 20 minuti di “lavoro” (commissione aperta alle 14:05 e chiusa alle 14:25) per invitare tutte le presenti a partecipare al corteo “Rome Pride 2015”, precisando al contempo che la Presidente e la Vicepresidente non intendono partecipare alla manifestazione a livello personale. Presenti 7 commissari, di cui 4 non hanno detto una parola.

Ora che avete letto i verbali, conoscete in cosa consiste la più grande macchia nella vita politica di Virginia Raggi.

E potete trarne le conseguenze.

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