Canoni e mutui sugli impianti sportivi, numeri e azioni da intraprendere
Uno dei temi trattati dalla Commissione questa settimana è stato quello dei canoni di concessione e dei mutui in essere sugli impianti sportivi comunali.
I canoni per la concessione degli impianti sportivi comunali ammontano potenzialmente a 1.179.647,04 euro. Non tutti, però, vengono versati con regolarità e questo è un problema che si trascina da lontano.
Chiariamolo subito: la maggior parte dei concessionari (il 65%) è in regola con i pagamenti, mentre il 13% ha concordato un piano di rientro (per debiti che vanno da 2 mila a 20 mila euro). Il 22%, invece, si trova in una situazione debitoria grave (26 casi, con debiti che arrivano a superare i 500 mila euro). Le somme mancanti ammontano complessivamente a 4.417.632,67 euro.
In aggiunta a questi importi ci sono i mutui. La realizzazione di nuovi impianti sportivi ha determinato l’accensione di mutui garantiti dal comune per un totale di 19.912.726,94 euro. Anche in questo caso si registrano dei mancati pagamenti, che sono già costati a Roma Capitale 4.003.931,99 euro. Mancati pagamenti che, purtroppo, proseguono ancora (e quindi continua ad accumularsi debito a carico della collettività).
Ci sono, infine, i progetti fermi. Come ad esempio i circa 700 mila euro per la regolarizzazione di un gestore, fondi tramite i quali si dovrebbe finanziare la realizzazione di una pista ciclabile che, però, da oltre 10 anni è ferma allo stato della progettazione.
Oltre ai numeri, però, la Commissione vuole lavorare con gli uffici capitolini competenti per snellire le procedure e far sì che ciò che arriva dallo sport (importi dei canoni appunto) vada allo sport, per finanziarlo e sostenere progetti nuovi; per far sì che la periferia non si senta esclusa e che anche i bambini che non vivono a Roma Centro abbiano i servizi sportivi che cercano.
La Commissione si farà carico della rinegoziazione dei mutui, i cui tassi sono ai limiti dell’usura, dello sblocco dei progetti fermi e di una verifica della redditività degli impianti, al fine di valutare la congruità dei relativi canoni. In alcuni casi, infatti, il problema è a monte, ovvero nella non redditività della gestione e, quindi, nella non sostenibilità del finanziamento delle somme corrispondenti.