L’applicazione del Codice dei contratti è sbilanciata verso i lavori, a discapito dei servizi
Il Prof. Arch. Francesco Karrer, già professore ordinario di urbanistica presso l’università La Sapienza, Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e Commissario Straordinario al Porto di Napoli, autore di numerose pubblicazioni scientifiche in Italia e all’estero, ha affrontato il tema delle concessioni ponendo alla platea alcuni spunti di riflessione su quella che è stata un’invenzione amministrativa italiana già a partire dagli anni 20 del secolo scorso.
L’intervento è stato incentrato sul tema della complessità di un progetto che abbia allo stesso tempo un ritorno economico ma che sia anche socialmente accettabile, sul ruolo e la strategicità degli spazi sportivi quale gamma articolata di risorse che andrebbe riconosciuta soprattutto in termini di “prestazioni” e ponendo il servizio al centro del processo.
Karrer pone l’accento su come il codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione, nel recepire le direttive comunitarie, elenchi ma non favorisca forme alternative di gestione dei servizi. Esistono altri strumenti, previsti dal codice (contratti di innovazione, dialogo competitivo, contratti di partenariato) ma che per pigrizia non vengono utilizzati.
Il processo dovrebbe incentrarsi, invece, sulla gestione, e tutta la progettazione andrebbe affrontata dal lato della gestione e non dal lato esclusivamente del progetto edilizio.
Propone di passare dalle categorie astratte ad una misurazione della performance della struttura che viene progettata e quindi data in concessione. Solo differenziando si riesce a declinare la tipologia amministrativa migliore.
Gli altri interventi sono disponibili al seguente link:
Impianti Sportivi Comunali e Partenariato Pubblico Privato, tavola rotonda del 1 luglio.
Trackbacks & Pingbacks