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La visione politica e i 16 punti programmatici M5S per lo sport a Roma

26 Maggio 2016

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Ieri si è svolto un importante confronto sul programma M5S per lo sport nella Capitale. Circa 50 rappresentanti del mondo dello sport romano – gruppi sportivi, tecnici, gestori, Federazioni – hanno partecipato a un incontro non finalizzato alla propaganda del candidato Sindaco (Virginia ha lavorato alle correzioni del documento nei giorni scorsi ma non è riuscita a passare fisicamente) ma all’analisi dei contenuti del suo programma.

Abbiamo voluto organizzare una vera e propria riunione di lavoro, seduti intorno a un tavolo, senza giornalisti (il che ci ha permesso di avere la presenza della Direzione sport di Roma Capitale), evitando i classici monologhi del politico di turno che filosofeggia sull’importanza dello sport per poi non dire niente di concreto.

Le parole sono state sostituite dalla distribuzione di un documento contenente 16 punti programmatici, a partire dai quali si è sviluppato un libero dibattito (forse persino “troppo” libero? Può darsi, tengo conto dei consigli che mi sono giunti al riguardo e ringrazio chi me li ha inviati).

L’obiettivo, infatti, non era convincere che il nostro programma di governo è il migliore, bensì sfruttare la rara occasione di beneficiare della presenza di una vasta platea, estremamente competente e diversificata, per poter raccogliere osservazioni aggiuntive allo scopo di dargli ulteriore concretezza.

Lo scrivo senza indugi: questo obiettivo è stato pienamente raggiunto. Ringrazio tutti i partecipanti per le due pagine di appunti che mi hanno permesso di aggiungere nuovi spunti al lavoro svolto nel corso di tre anni di commissioni sport al comune e di riunioni del tavolo di lavoro sport nel Movimento.

Chiudo il post mantenendo l’impegno a fornire una descrizione della nostra visione politica di sport in città.

Sappiamo che a Roma un milione di cittadini pratica sport continuativamente e si contano quasi 400 mila atleti tesserati. In città sono presenti oltre 160 impianti comunali e 270 centri municipali (palestre scolastiche), ai quali si devono aggiungere gli oltre 3 mila impianti privati e le grandi aree verdi. Lo sport è un settore nel quale in Italia lavorano oltre 13 mila addetti e 75 mila tecnici (istruttori e allenatori), più un milione di volontari (dati Censimento ISTAT 2011).

Il concetto di sport si è ampliato nel corso del tempo: oggi lo sport può essere uno strumento per soddisfare bisogni molto diversi come salute, educazione, tempo libero, benessere fisico, integrazione, agonismo, spettacolo. Le discipline sportive si sono moltiplicate e, con esse, sono variate enormemente anche le modalità e i luoghi della pratica: l’ambiente è diventato l’impianto sportivo preferito da milioni di persone. La risposta all’inquinamento crescente avviene sempre più spesso ricorrendo all’equazione sport=ambiente. In questo modo, lo sport è diventato anche uno strumento per rendere più sicuro uno spazio pubblico: un parco frequentato da sportivi che si allenano è certamente meno pericoloso rispetto a uno stesso parco dove non si incontra nessuno.

Lo sport può essere inoltre un importante fattore di integrazione sociale, spesso dove non arriva la scuola possono arrivare gli educatori sportivi che parlano linguaggi diversi dagli insegnanti ma altrettanto importanti e, certe volte, più diretti e comprensibili.

Lo sport è benessere fisico e psichico alla portata di tutti. L’attività sportiva per disabili (fisici o mentali), promossa per la prima volta negli anni Quaranta come metodo di terapia, è una delle carenze che vanno necessariamente colmate nella nostra città.

Infine, per gli assenti, questa visione politica si è tradotta nei 16 punti presentati ieri:

  1.       Implementazione della messa a norma degli impianti

Gli uffici supporteranno i concessionari nel redigere una sorta di “libretto” della struttura che riporti la documentazione riguardante l’accatastamento, il collaudo statico, l’agibilità, la sicurezza.

  1.       Strutture esistenti da riassegnare

Roma Capitale è proprietaria di strutture abbandonate all’incuria e al degrado che stanno letteralmente andando in malora. Vanno riprese in carico e riassegnate.

  1.       Nuovo portale sugli impianti sportivi di Roma Capitale

A Roma ci sono circa 430 impianti comunali e circa 3 mila impianti privati. È necessaria una piattaforma pubblica contenente informazioni su: strutture esistenti, sport praticati, orari di apertura, tariffe, contatti.

  1.       Revisione delle concessioni degli impianti per l’intrattenimento sportivo

Roma Capitale è proprietaria di impianti sportivi i cui canoni di concessione vanno rivisti (ad esempio Ippodromo delle Capannelle e Bowling Brunswick). Grazie al loro adeguamento si potrebbero reperire i fondi per sostenere le discipline non redditizie.

  1.       Approvazione del nuovo Regolamento per gli impianti sportivi di proprietà di Roma Capitale

L’attuale regolamento è stato superato dalla normativa nazionale. Di fatto, non è mai stato applicato: prevedeva di affidare gli impianti tramite gara ma abbiamo solo affidamenti diretti. Il punto di partenza sarà la distinzione tra tipologie di impianti.

  1.       Approvazione di bando e disciplinare tipo

All’interno del nuovo Regolamento sarà predisposto un bando tipo ed un disciplinare tipo per poter avviare le procedure pubbliche di selezione dei gestori degli impianti sportivi con concessioni scadute.

  1.       Composizione delle commissioni aggiudicatrici

I membri delle commissioni che stabiliranno le aggiudicazioni dei bandi di gara saranno scelti, in tutto o in parte, mediante sorteggio.

  1.       Revisione delle tariffe comunali da applicare all’utenza

Le discipline sportive più nuove non sono ricomprese nel tariffario comunale (ad es. padel), mentre per diverse discipline le tariffe stabilite talmente obsolete da non essere comunque rispettate. È necessario l’adeguamento del tariffario ed una sua maggiore pubblicizzazione.

  1.       Approvazione della Carta della qualità dei servizi

È uno strumento con cui l’Amministrazione assicura trasparenza nei confronti dei fruitori degli impianti, al fine di garantire il rispetto dei reciproci diritti e doveri, attraverso un confronto costante con le aspettative dei cittadini utenti.

  1.       Adozione di un vero Piano Regolatore dello Sport

La densità, la diffusione e la disponibilità di impianti pubblici e privati per ogni disciplina sportiva devono rispondere alle effettive esigenze della popolazione. Tutti gli impianti devono essere in funzione, ben mantenuti, ed in grado di garantire servizi adeguati per qualità e pulizia.

  1.       Realizzazione di punti jogging e aree “tempo libero e benessere”

Dopo quello realizzato a villa Pamphili, altre grandi aree verdi diventeranno degli impianti sportivi a cielo aperto. Rientrano in questo ambito d’intervento la realizzazione di ulteriori strutture leggere quali ad esempio palestre all’aperto.

  1.       Promozione di attività sociali e allenamenti di gruppo

Il comune può promuovere lo sviluppo di educallenatori (educatori/allenatori), coinvolgendo le società sportive dilettantistiche per la pratica di allenamenti di gruppo aperti a tutti.

  1.   Promozione di attività agonistiche finalizzate alla integrazione

Le attività agonistiche giovanili di squadre di allievi delle scuole sportive della capitale possono favorire l’integrazione di etnie, culture e religioni diverse, tutte riunite sotto le bandiere dello sport, della educazione e del rispetto dell’avversario.

  1.   Nuovi strumenti informatici per la fruizione dei servizi sportivi

La proposta ha l’obiettivo di ampliare il potenziale bacino di utenza di ciascun impianto, facilitandone l’accesso tramite l’adozione di un unico strumento di prenotazione (ad esempio una nuova app).

  1.   Condivisione delle informazioni tra uffici dipartimentali e municipali

Il Dipartimento sport (da ripristinare) dovrà avere la disponibilità della documentazione relativa agli impianti di competenza municipale.

  1.   Avvio investimenti per la ristrutturazione delle palestre scolastiche

Sono strutture che versano in pessime condizioni, spesso ai limiti dell’agibilità. Occorre un nuovo Regolamento, che preveda un bando pubblico standard promosso da Roma Capitale con l’aggiunta di un criterio specifico del territorio stabilito autonomamente da ciascun Municipio.

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